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di quest' ultimo ; d ) prevedere un impegno definitivo del consumatore mentre l' esecuzione della prestazione del professionista è subordinata ad una condizione il cui adempimento dipende unicamente dalla sua volontà ; e ) consentire al professionista di trattenere una somma di denaro versata dal consumatore se quest' ultimo non conclude il contratto o recede da esso , senza prevedere il diritto del consumatore di esigere dal professionista il doppio della somma corrisposta se è quest' ultimo a non concludere il contratto oppure a recedere ; f ) imporre al consumatore , in caso di inadempimento o di ritardo
nell'
adempimento , il pagamento di una somma di denaro a titolo di risarcimento , clausola penale o altro titolo equivalente d' importo manifestamente eccessivo ; g ) riconoscere al solo professionista e non anche al consumatore la facoltà di recedere dal contratto , nonché consentire al professionista di trattenere anche solo in parte la somma versata dal consumatore a titolo di corrispettivo per prestazioni non ancora adempiute , quando sia il professionista a recedere dal contratto ; h ) consentire al professionista di recedere da contratti a tempo indeterminato senza un ragionevole preavviso , tranne nel caso di giusta causa
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Ne consegue che la clausola generale di buona fede e correttezza è operante , tanto sul piano dei comportamenti del debitore e del creditore
nell'
ambito del singolo rapporto obbligatorio ( art. 1175 cod .
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, e la sua rilevanza si esplica
nell'
imporre , a ciascuna delle parti del rapporto obbligatorio , il dovere di agire in modo da preservare gli interessi dell' altra , a prescindere dall' esistenza di specifici obblighi contrattuali o di quanto espressamente stabilito da singole norme di legge .
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1175 e 1375 c.c. , è stata utilizzata , anche
nell'
ambito dei diritti di credito , per scongiurare , per es .
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E la conseguenza è quella della invalidità della delibera , se è raggiunta la prova che il potere di voto sia stato esercitato allo scopo di ledere gli interessi degli altri soci , ovvero risulti in concreto preordinato ad avvantaggiare ingiustificatamente i soci di maggioranza in danno di quelli di minoranza , in violazione del canone generale di buona fede
nell'
esecuzione del contratto ( v. Cass .
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Ancora , sempre
nell'
ambito societario , la materia dell' abuso del diritto è stata esaminata con riferimento alla qualità di socio ed all' adempimento secondo buona fede delle obbligazioni societarie ai fini della sua esclusione dalla società ( Cass .
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Il breve excursus esemplificativo consente , quindi , di ritenere ormai acclarato che anche il principio dell' abuso del diritto è uno dei criteri di selezione , con riferimento al quale esaminare anche i rapporti negoziali che nascono da atti di autonomia privata , e valutare le condotte che ,
nell'
ambito della formazione ed esecuzione degli stessi , le parti contrattuali adottano .
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2 della Costituzione , impone a ciascuna delle parti del rapporto obbligatorio di agire
nell'
ottica di un bilanciamento degli interessi vicendevoli , a prescindere dall' esistenza di specifici obblighi contrattuali o di norme specifiche .
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Il giudice , quindi ,
nell'
interpretazione secondo buona fede del contratto , deve operare nell' ottica dell' equilibrio fra i detti interessi .
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Il giudice , quindi , nell' interpretazione secondo buona fede del contratto , deve operare
nell'
ottica dell' equilibrio fra i detti interessi .
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