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La donna , oltre che ai suoi ragazzi , doveva pensare anche ai suoceri , invecchiati all' improvviso , come se la guerra avesse accelerato il
loro
processo degenerativo , tanto che lei aveva l' impressione che fossero anch'essi bambini da accudire .
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E ogni volta che l' allarme cessava ed erano tutti vivi , le lacrime rapprese finalmente traboccavano dalle ciglia e poteva piangere di sollievo , in silenzio , fino a casa Il bombardamento peggiore fu quello del 10 marzo 1945 , quando davvero temette il peggio : invece si salvarono , almeno
loro
, i più giovani .
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Che ne sarà di
loro
?
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Il ritorno alla normalità fu più difficile del previsto per Junikiro ed Erika : finché erano stati forzatamente separati , pareva
loro
un miraggio ritrovarsi , vivi .
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Li aiutarono i figli : la ragazza aveva ormai ventisette anni e sperava di poter presto sposarsi col suo antico fidanzato ma per il momento era preoccupata dello stato dei propri genitori che , sentinelle coraggiose in tempo di guerra , sembravano ora accusare tutte in una volta le conseguenze dello sforzo titanico compiuto per salvarsi e salvare ; i figli maschi , rispettivamente di ventidue e vent'anni , vedevano nel
loro
padre un eroe da compensare con un clima familiare il più possibile tranquillo e amorevole .
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Così , a poco a poco , Junichiro e Erika riscoprirono le
loro
affinità , le attrattive che li avevano ammaliati , un tempo , e impararono di nuovo ad amarsi , con più maturità e devozione , dopo una lontananza fisica e spirituale che era sembrata insormontabile .
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Recuperò quei versi nascosti nelle pieghe della sua anima , versi d' amore , di rabbia , di odio e di paura , versi lirici ed epici e regalò
loro
i tratti della sua scrittura minuta , ordinata , incisiva , personalissima .
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Si chiuse nel suo studio e scrisse , scrisse centinaia di poesie che finalmente vedevano la luce , diventavano creature concrete che potevano camminare con le
loro
gambe , farsi ascoltare da chi avesse avuto orecchio e cuore , girare per tutto il Paese e forse medicare le sue ferite orrende .
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Junichiro amava agli haiku per la
loro
capacità di costringere il poeta allo sfrondamento del superfluo , alla limatura , fino all' estremo , fino al rischio dell' ermetismo più oscuro .
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Insomma costringeva il Giappone a mettersi allo specchio , a guardarsi senza maschere , a capire che il futuro sarebbe dipeso unicamente dal
loro
impegno individuale e collettivo .
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Potevano farcela , Junikiro li aiutava , dava
loro
fiducia e coraggio , senza blandirli o giustificarli ; e ce la fecero .
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