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Il contatto con le opere dei grandi maestri del passato , inoltre , consentì a Marchig di stabilire un legame stretto tattile con gli autori
nell'
intervento di recupero .
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Sorta di feticismo estetico che si rafforzò
negli
anni .
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) , ma
nel
frattempo lo sviò dalla pittura .
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Nel
1937 Marchig ottenne un buon successo a Berlino con il ritratto del pittore Nomellini e a Parigi con il pannello per il padiglione dell' Agricoltura per l' Esposizione Mondiale con il quale vinse la medaglia d' oro .
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Nel
1945 Marchig si operò con convinzione ed energia per portare a Firenze una mostra della pittura francese e organizzò un' importante mostra antologica estesa dalle origini a Cezanne ; la prefazione del catalogo fu scritta dall' americano .
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Egli si recava spesso
nello
studio di Firenze per ammirare la pulitura e gli interventi te di Giannino sulle opere dei secoli passati alle quali fu particolarmente interessato .
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Nel
dopoguerra Marchig iniziò una nuova vita con l' entusiasmo di un ragazzo , ma una velata malinconia rimase sempre in lui : divenne direttore della collana d' arte " Le Vette " ( il titolo allude alla solitudine delle montagne che amava , ma anche al vertice pittorico raggiunto idealmente dai dipinti presi in esame ) .
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Il lavoro editoriale gli consentì pure di comprendere pienamente la gran funzione del mezzo fotografico
nel
settore artistico .
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Il primo giugno 1947 fu pronto l' opuscolo di propaganda de " Le Vette "
nel
quale v'erano anche , i primi ventisei titoli della collana : manifestava una certa presunzione e troppo ottimismo !
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Fu così che restaurò il Polittico di Savona del Foppa in seguito esposto alla Mostra d' Arte Genovese del 1947. Marchig ripercorse dunque il pensiero di Berenson , si arricchì di nuove concezioni estetiche , perfezionò sempre più gli interventi sulla materia e sulle tele e si sentì interiormente più completo
nella
cultura del ricordo , nel destino della memoria che rende unico l' artista .
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Fu così che restaurò il Polittico di Savona del Foppa in seguito esposto alla Mostra d' Arte Genovese del 1947. Marchig ripercorse dunque il pensiero di Berenson , si arricchì di nuove concezioni estetiche , perfezionò sempre più gli interventi sulla materia e sulle tele e si sentì interiormente più completo nella cultura del ricordo ,
nel
destino della memoria che rende unico l' artista .
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Continuò le sue peregrinazioni : fu in Svezia , Danimarca e Svizzera ;
nel
1949 in un rientro in Italia , conobbe Jeanne pittrice , restauratrice e studiosa d' arte che divenne la sua compagna .
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Di comune accordo , alla fine degli anni Quaranta , decisero di stabilirsi in Svizzera in un centro internazionale libero da ostacoli doganali ; vissero prima
nella
vivace ed elegante Lucerna all' estremità occidentale del lago dei Quattro Cantoni , poi nell' animata Losanna ed infine a Ginevra .
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Di comune accordo , alla fine degli anni Quaranta , decisero di stabilirsi in Svizzera in un centro internazionale libero da ostacoli doganali ; vissero prima nella vivace ed elegante Lucerna all' estremità occidentale del lago dei Quattro Cantoni , poi
nell'
animata Losanna ed infine a Ginevra .
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Negli
anni Cinquanta ebbero inizio i soggiorni di Marchig e di Jeanne in America settentrionale ; nel 1953 si fermarono tre mesi a lavorare per il Metropolitan Museum of Art e assieme restaurarono un pannello di Hubert van Eych ; vi fecero ritorno nel 1955 su invito di un collezionista .
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Negli anni Cinquanta ebbero inizio i soggiorni di Marchig e di Jeanne in America settentrionale ;
nel
1953 si fermarono tre mesi a lavorare per il Metropolitan Museum of Art e assieme restaurarono un pannello di Hubert van Eych ; vi fecero ritorno nel 1955 su invito di un collezionista .
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Negli anni Cinquanta ebbero inizio i soggiorni di Marchig e di Jeanne in America settentrionale ; nel 1953 si fermarono tre mesi a lavorare per il Metropolitan Museum of Art e assieme restaurarono un pannello di Hubert van Eych ; vi fecero ritorno
nel
1955 su invito di un collezionista .
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Nel
1969 , su insistenza della compagna , Giannino riprese la pittura e tornò ad affrontare i soggetti che prediligeva senza dimenticare la casa dei suoi genitori in Carso e qualche altro ricordo inevitabilmente sfumato e indistinto di Trieste .
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Negli
anni Settanta realizzò soltanto otto opere : tre dipinti sul Carnevale , alcune nature morte e la serie di tele Alla ricerca del tempo perduto dal titolo proustiano .
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Dal 1932 al 1980 i dipinti del pittore non comparvero più
nelle
mostre d' arte di Trieste : nel 1980 , tuttavia , molti appassionati poterono visitare a Trieste , presso le sale della Stazione Marittima , una mostra retrospettiva che comprendeva parecchie opere : il catalogo fu presentato da Giulio Montenero .
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