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E ogni volta che l' allarme cessava ed erano tutti vivi , le lacrime rapprese finalmente traboccavano dalle ciglia e poteva piangere di sollievo , in silenzio , fino a casa Il bombardamento peggiore fu quello del 10 marzo 1945 , quando davvero temette il peggio : invece si salvarono , almeno loro , i
più
giovani .
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Erika per anni fu lacerata da sensi di colpa : avrebbe dovuto curarli di
più
, accertarsi che fossero al sicuro subito dopo i suoi figli .
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Kyoto invece fu risparmiata e solo molto
più
tardi si seppe che in origine il bersaglio dell' atomica doveva essere lei , l' antica gloriosa capitale , a cui poi furono preferite Hiroshima e Nagasaki .
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Quasi duecentomila persone , tutte civili , erano morte subito , nelle modalità
più
atroci ; gli altri avrebbero terribilmente patito su se stessi e trasmesso alle generazioni future gli effetti devastanti delle radiazioni atomiche .
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Il ritorno alla normalità fu
più
difficile del previsto per Junikiro ed Erika : finché erano stati forzatamente separati , pareva loro un miraggio ritrovarsi , vivi .
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Poter vivere in mezzo a tanta morte e desolazione sembrava il privilegio
più
grande , che avrebbe assorbito ogni sofferenza trascorsa singolarmente , sublimandola e rendendola lievito di serenità per il futuro .
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Ce la faremo
più
a stare insieme , a dividere la stessa casa , lo stesso letto , bere come una volta dalla stessa tazza di tè ?
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Li aiutarono i figli : la ragazza aveva ormai ventisette anni e sperava di poter presto sposarsi col suo antico fidanzato ma per il momento era preoccupata dello stato dei propri genitori che , sentinelle coraggiose in tempo di guerra , sembravano ora accusare tutte in una volta le conseguenze dello sforzo titanico compiuto per salvarsi e salvare ; i figli maschi , rispettivamente di ventidue e vent'anni , vedevano nel loro padre un eroe da compensare con un clima familiare il
più
possibile tranquillo e amorevole .
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Così , a poco a poco , Junichiro e Erika riscoprirono le loro affinità , le attrattive che li avevano ammaliati , un tempo , e impararono di nuovo ad amarsi , con
più
maturità e devozione , dopo una lontananza fisica e spirituale che era sembrata insormontabile .
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Un lusso da non potersi permettere perché c'erano delle priorità
più
assillanti .
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Erika ritornò
più
che mai turbata a casa .
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Intanto Junichiro , oltre che alla poesia , cominciò a dedicarsi sistematicamente allo studio della società giapponese : non che fino a quel momento si fosse disinteressato di quello che gli accadeva intorno , anzi , da sempre se ne era occupato , anche a causa della sua professione ; ma ora voleva saperne di
più
, conoscerla a fondo nei meccanismi sociologici che per la sua formazione da economista gli sfuggivano .
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Decise di iscriversi nuovamente all' Università e rivisse una nuova giovinezza Il libraio antiquario si fece vivo con Erika due mesi dopo , quando la donna quasi non ci pensava
più
.
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Junichiro amava agli haiku per la loro capacità di costringere il poeta allo sfrondamento del superfluo , alla limatura , fino all' estremo , fino al rischio dell' ermetismo
più
oscuro .
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Ma anche quello era una sfida eccitante che valeva le ore trascorse su ogni singolo verso come Abito un tempo che ha un occhio solo , che fece scervellare i critici con le interpretazioni
più
bizzarre ; ma se , nelle interviste gli veniva chiesto di essere un pochino più chiaro , di allentare quello stretto gomitolo di segni e suoni per renderlo una melodia più comprensibile , diceva : " Questo non è il compito del poeta , il poeta crea , gli altri devono spiegare " e non c'era verso di cavargli di bocca qualcosa di più .
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Ma anche quello era una sfida eccitante che valeva le ore trascorse su ogni singolo verso come Abito un tempo che ha un occhio solo , che fece scervellare i critici con le interpretazioni più bizzarre ; ma se , nelle interviste gli veniva chiesto di essere un pochino
più
chiaro , di allentare quello stretto gomitolo di segni e suoni per renderlo una melodia più comprensibile , diceva : " Questo non è il compito del poeta , il poeta crea , gli altri devono spiegare " e non c'era verso di cavargli di bocca qualcosa di più .
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Ma anche quello era una sfida eccitante che valeva le ore trascorse su ogni singolo verso come Abito un tempo che ha un occhio solo , che fece scervellare i critici con le interpretazioni più bizzarre ; ma se , nelle interviste gli veniva chiesto di essere un pochino più chiaro , di allentare quello stretto gomitolo di segni e suoni per renderlo una melodia
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comprensibile , diceva : " Questo non è il compito del poeta , il poeta crea , gli altri devono spiegare " e non c'era verso di cavargli di bocca qualcosa di più .
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Ma anche quello era una sfida eccitante che valeva le ore trascorse su ogni singolo verso come Abito un tempo che ha un occhio solo , che fece scervellare i critici con le interpretazioni più bizzarre ; ma se , nelle interviste gli veniva chiesto di essere un pochino più chiaro , di allentare quello stretto gomitolo di segni e suoni per renderlo una melodia più comprensibile , diceva : " Questo non è il compito del poeta , il poeta crea , gli altri devono spiegare " e non c'era verso di cavargli di bocca qualcosa di
più
.
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In quegli anni la poesia si configurava come una risposta al vuoto spirituale conseguente alla tragica esperienza bellica e diventava megafono delle istanze di un popolo che aveva osato troppo e troppo prepotentemente ma che era stato sconfitto , umiliato e annientato dalla punizione
più
atroce e indiscriminata , quella dell' olocausto atomico .
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I componimenti di Junichiro , così come , molto presto , i saggi , le riflessioni e gli interventi giornalistici o radiofonici su quel periodo storico difficilissimo , dominato dall' occupazione americana , dalle conseguenze delle bombe , dalla miseria , dalle distruzioni , dal vittimismo e dalla disperazione
più
acuta , furono per quel popolo prostrato altrettanti balsami : Kawasaki non si sottraeva ad un' analisi spietata e coraggiosa delle cause che avevano portato a quel disastro ; denunciava il militarismo , l' imperialismo , le sopraffazioni compiute per tutto il corso degli anni Trenta e poi gli errori militari , il folle attacco di Pearl Harbor , l' ostinazione a voler continuare la guerra oltre ogni ragionevole limite e ancora il rischio del piangersi addosso senza reagire , lasciando che il glorioso Impero del Sol Levante diventasse una colonia statunitense .
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