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In sostanza regna ,
lo
stile francese , soprattutto di Lully , nell' opera ONORIO IN ROMA , ne sono esempio : il colore timbrico di un oboe che , in alternanza con gli archi , diffonde in un' altra aria di Onorio , celebrante la pace con i Goti ; la pacata spigliatezza di quella specie di vaudeville , su testo francese ( probabile eco di ciò che si cantava allora alla commédie italienne di Parigi ) , cui dà voce l' innamorata Termanzia contemplando Onorio addormentato ; il ballo in forma di ciaccona danzata e cantata alla fine del Terzo Atto dalla globalità
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Tale procedimento ha radici nelle tradizioni operistiche francesi : ci si riallaccia infatti agli stilemi leggiadri lulliani , cosa che in tutta la produzione di Pollarolo è frequentissima : tale modus espressivo musicale , che
lo
stesso Handel adotterà , genera un effetto di tersa limpidezza e di grazia eterea tipicamente settecentesca per rappresentare la natura .
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All' imponente quantità della produzione , evidentemente non può corrispondere sempre un elevato e costante livello qualitativo , esattamente come
lo
si può affermare per la vastissima produzione musicale di Telemann e di Johann Sebastian Bach .
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La vasta produzione di Carlo Pollarolo non esclude gli oratori , che richiamano comunque
lo
stampo teatrale : inoltre Pollaiolo si è cimentato pure in varie composizioni vocali sacre e profane , che comunque nulla aggiungono alla gloria dell' operista - e per organo , fra cui una Sonata a capriccio , nota a Johann Sebastian Bach .
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Perseguendo quest' ultimo obiettivo Carlo Pollaiolo si impadronì di mezzi compositivi , conformandosi invece passivamente alla generale architettura dell' opera , ossia come concerto di arie ( ma anche di ariette e canzonette ) per
lo
più dilettose e avvincenti nella linea melodica , modellate col da capo , notevolmente virtuosistiche e alternate invariabilmente a recitativi secchi .
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Le arie vengono caratterizzate per
lo
più da un frequente ricorso all' unisono di canto e violini , senza un ulteriore accompagnamento : questa peculiarità è la concretizzazione del " moderno " in quell'epoca , detto stile tardo-veneziano e primo-napoletano : è possibile averne un esempio nell' aria cantata dalla supplice Termanzia a Onorio nell' atto I " Chi ben ama " , dove la voce si appoggia al sostegno degli interventi di appena 4 violini in luogo dei bassi .
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Concorse anche all' incarico di direttore , affidato poi invece ad Antonio Biffi nel 1701. Fu giubilato nel 1719 , momento in cui già da qualche tempo
lo
sostituiva nelle frequenti assenze , il figlio Antonio .
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CorDIC
Corpora Didattici Italiani di Confronto