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Giannino nacque a Trieste da Giacomo Marchig e Anna Haberleitner ; il padre friulano fu un alto funzionario del Municipio e un fervente patriota ,
la
madre , stiriana , condusse una serena vita familiare e si spense a novant'anni .
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Semplicemente li considerava creature vive sicché in casa si respirava la loro presenza ,
la
loro vita .
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Dopo l' efficace apprendistato con alcuni dei migliori rappresentanti della scuola triestina ,
la
sua maturazione si realizzò in riva all' Arno .
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Nel 1945 Marchig si operò con convinzione ed energia per portare a Firenze una mostra della pittura francese e organizzò un' importante mostra antologica estesa dalle origini a Cezanne ;
la
prefazione del catalogo fu scritta dall' americano .
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L' iter artistico di Giannino Marchig fu complesso e soprattutto nella maturità le sue scelte ebbero implicazioni morali , estetiche e filosofiche ;
la
semplicità e l' eleganza degli innumerevoli disegni , delle incisioni e dei dipinti non raccontano tutte le verità e sono , pur godibili , solo apparentemente di facile lettura .
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Egli si recava spesso nello studio di Firenze per ammirare
la
pulitura e gli interventi te di Giannino sulle opere dei secoli passati alle quali fu particolarmente interessato .
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Giovanissimo Marchig ebbe una spiccata passione per la musica ( iniziò a suonare il violino a soli sette anni , amò
la
musica per tutta la vita e collezionò dischi ) e per il disegno .
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Marchig intersecò per molti anni
la
produzione personale di pittore-incisore con l' attività di restauratore che ebbe , infine , il sopravvento nell' immediato dopoguerra .
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Non è escluso che
la
vicinanza del Berenson contribuì ad orientarlo in tal senso .
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Consolidò
la
propria formazione e fu attratto dall' arte belga che poté ammirare nei saloni delle Biennali Veneziane .
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Intraprese gli studi classici , ma contemporaneamente
la
famiglia gli fece frequentare la scuola di pittura di Zangrando e di Grimani , pittori che gli diedero semplicemente qualche consiglio , ma che egli ebbe modo di vedere all' opera .
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Giannino parlava correttamente
la
lingua tedesca e ciò favorì gli scambi d' idee con l' illustre esperto che usava abitualmente quest' idioma .
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Gli eventi storici costrinsero
la
famiglia a trasferirsi a Firenze .
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Nel 1969 , su insistenza della compagna , Giannino riprese la pittura e tornò ad affrontare i soggetti che prediligeva senza dimenticare
la
casa dei suoi genitori in Carso e qualche altro ricordo inevitabilmente sfumato e indistinto di Trieste .
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Continuò le sue peregrinazioni : fu in Svezia , Danimarca e Svizzera ; nel 1949 in un rientro in Italia , conobbe Jeanne pittrice , restauratrice e studiosa d' arte che divenne
la
sua compagna .
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Durante
la
sua leggendaria attività di Berenson aveva scoperto e visionato moltissime opere d' arte rinascimentali e aveva ideato il metodo del catalogo ragionato ; aveva anche comperato molti dipinti e parecchi li aveva appesi alle pareti della villa : egli non li ostentava né si dichiarava un vero collezionista !
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Quando , anni dopo , le collezioni d' arte e
la
Biblioteca dei Tatti furono minacciate dalle conseguenze inevitabili della Seconda Guerra Mondiale , Marchig offerse il proprio aiuto per nascondere i libri e la preziosissima fototeca del Berenson che fu trasferita in un luogo ritenuto più sicuro quale la Villa dei Serlupi a Quarto .
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I contatti con lui pian piano si trasformarono in amicizia , ma ai Tatti Marchig ebbe modo approfondire le proprie conoscenze storiche e tecniche : l' ambiente fu avvincente e
la
dimora nata come punto d' incontro per volontà di un uomo educato al pensiero inglese della seconda metà dell' Ottocento , fu il luogo ideale per conoscere tanti collezionisti d' opere d' arte di fama mondiale e numerosi conservatori di musei americani .
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Quando , anni dopo , le collezioni d' arte e la Biblioteca dei Tatti furono minacciate dalle conseguenze inevitabili della Seconda Guerra Mondiale , Marchig offerse il proprio aiuto per nascondere i libri e
la
preziosissima fototeca del Berenson che fu trasferita in un luogo ritenuto più sicuro quale la Villa dei Serlupi a Quarto .
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Negli anni Settanta realizzò soltanto otto opere : tre dipinti sul Carnevale , alcune nature morte e
la
serie di tele Alla ricerca del tempo perduto dal titolo proustiano .
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