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Ritenne il lavoro di restauratore più consono
al
suo essere , quello che poteva gratificarlo più dell' ideazione di un soggetto ; metter mano alle tavole e alle tele dipinte secoli fa da grandi Maestri lo esaltava , rafforzava le sue convinzioni sull' eternità del Bello .
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Dal 1916
al
1918 espose a Firenze , Forte dei Marmi , Viareggio , Milano e Bologna .
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L' attività del periodo toscano fu frenetica : a Siena ammirò l' importante Collezione Colucci e senza mai trascurare l' apprendimento dei classici , guardò con particolare attenzione
al
misticismo d' alcuni artisti belgi .
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Dal 1925
al
1939 lavorò nello studio di Lungarno Guicciardini che aveva sistemato nella navata di una chiesa sconsacrata : questo studio gli ispirò diverse tele espressive .
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Fu ancora presente alle Biennali Veneziane del 1926 , 1928 , 1930 e 1932. Fece molti viaggi in Italia dove tenne mostre personali un po' dovunque e all' estero ( espose a Varsavia nel '20 , a Vienna , Praga e Lione nel '22 , a Brighton nel '26 , ad Amburgo nel '27 ,
al
Cairo e a Madrid nel '27 ) .
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Marchig frequentò la cerchia d' artisti , di studiosi , di critici e intellettuali che si radunavano intorno
al
celebre critico d' arte americano Bernhard Berenson e le sue convinzioni sull' arte si avvicinarono inevitabilmente a quelle dello studioso che si era stabilito definitivamente a Settignano .
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I contatti con lui pian piano si trasformarono in amicizia , ma ai Tatti Marchig ebbe modo approfondire le proprie conoscenze storiche e tecniche : l' ambiente fu avvincente e la dimora nata come punto d' incontro per volontà di un uomo educato
al
pensiero inglese della seconda metà dell' Ottocento , fu il luogo ideale per conoscere tanti collezionisti d' opere d' arte di fama mondiale e numerosi conservatori di musei americani .
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Due anni dopo espose La fine di un' estate , ma in lui si accentuò il desiderio di abbandonare le esposizioni : approfondì allora lo studio della pittura antica e cominciò a dedicarsi seriamente
al
restauro .
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Nel dopoguerra Marchig iniziò una nuova vita con l' entusiasmo di un ragazzo , ma una velata malinconia rimase sempre in lui : divenne direttore della collana d' arte " Le Vette " ( il titolo allude alla solitudine delle montagne che amava , ma anche
al
vertice pittorico raggiunto idealmente dai dipinti presi in esame ) .
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Dal 1932
al
1980 i dipinti del pittore non comparvero più nelle mostre d' arte di Trieste : nel 1980 , tuttavia , molti appassionati poterono visitare a Trieste , presso le sale della Stazione Marittima , una mostra retrospettiva che comprendeva parecchie opere : il catalogo fu presentato da Giulio Montenero .
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La prossima mostra
al
Museo Revoltella riconoscerà definitivamente il valore di Marchig : sarà un' occasione unica da non lasciarsi sfuggire per il gran numero d' opere di provenienza pubblica e privata presenti nelle sale L' importanza del percorso artistico di Marchig è del resto testimoniato dalla presenza di parecchie sue opere pittoriche nelle collezioni pubbliche : nella Galleria d' Arte Moderna di Palazzo Pitti sono conservate La morte di un autore e una Natura Morta con fiori ; nelle Civiche raccolte d' Arte Castello Sforzesco - Galleria d' Arte Moderna è conservato Fine di un giorno d' estate .
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