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artmu03 Alessandro Scarlatti : infatti i suoi lavori teatrali , circa un' ottantina , si allestirono soprattutto a Venezia , nell' arco di tempo compreso fra il 1680 e il 1720 , ma anche in altre città italiane e nei centri di Austria e Germania più sensibili all' apprezzamento della scuola veneziana , tanto che già nella nota al lettore nel libro de LA COSTANZA GELOSA NEGL'AMORI DI CEFALO E PROCRI , data in rappresentazione a Verona nel 1688 , si legge che " la virtù del Signor Carlo Francesco Pollarolo in questo istesso teatro , oltre tant'altri dell' Europa , ha destato le acclamazioni e gli applausi " .
artmu03 Un coevo , un certo Caffi , definisce in quest' ottica considerativa come " faccendier musicale " e " scrivacchiatore piuttosto temperato " , riconoscendogli però il merito di " aver cominciato a fare qualche maggior uso dell' orchestra " .
artmu03 Le arie vengono caratterizzate per lo più da un frequente ricorso all' unisono di canto e violini , senza un ulteriore accompagnamento : questa peculiarità è la concretizzazione del " moderno " in quell'epoca , detto stile tardo-veneziano e primo-napoletano : è possibile averne un esempio nell' aria cantata dalla supplice Termanzia a Onorio nell' atto I " Chi ben ama " , dove la voce si appoggia al sostegno degli interventi di appena 4 violini in luogo dei bassi .
artmu03 Tale procedimento ha radici nelle tradizioni operistiche francesi : ci si riallaccia infatti agli stilemi leggiadri lulliani , cosa che in tutta la produzione di Pollarolo è frequentissima : tale modus espressivo musicale , che lo stesso Handel adotterà , genera un effetto di tersa limpidezza e di grazia eterea tipicamente settecentesca per rappresentare la natura .
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