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Quindi questa idea che si possa incidere la consegno a
quello
che faccio .
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Penso che si possa incidere sulla realtà , ma senza pensare di dover incidere sulla realtà , facendo
quello
che si è capace di fare , o quello che si pensa di fare , o si ha voglia di fare , ma senza dare uno scopo politico o pratico di nessun genere .
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Penso che questo sia anche un atteggiamento salutare , perché così tutto
quello
che mi succede lo provoco e non mi lascio troppo influenzare dagli eventi esterni .
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A una certa età la domanda che ricorre più frequentemente è perché si è fatto tutto il casino che si è fatto ; da un lato si continua a pensare a una specie di consuntivo , e dall' altro non si fanno grandi programmi per il futuro , e infine si sente molto di più un senso di inutilità dell' esistenza , si comincia a capire che tutto
quello
che si è fatto durante la vita è stato una specie di alibi per sopravvivere più che per vivere , è un po' complicato .
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Intanto , come sai , ho 85 anni , quindi lo spirito di adesso è molto diverso da
quello
che potevo avere anche dieci anni fa .
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Penso che si possa incidere sulla realtà , ma senza pensare di dover incidere sulla realtà , facendo quello che si è capace di fare , o
quello
che si pensa di fare , o si ha voglia di fare , ma senza dare uno scopo politico o pratico di nessun genere .
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Prendi ad esempio questa idea che qualsiasi oggetto che si disegna può essere uno strumento per la vita e quasi per un rituale esistenziale : lì poiché non hanno niente - non hanno forchette , non hanno sedie , non hanno piatti , mangiano dentro delle foglie , mangiano con le mani , siedono per terra e così via ,
quello
che hanno è una ciotola per tenere l' acqua o la zuppa - ecco poiché non hanno niente , questa ciotola è l' esistenza stessa , la possibilità di esistere .
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E poi ho per il sud
quella
speciale nostalgia perché io sono un uomo nordico , e tutti i nordici vengono volentieri al sud .
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Certamente chi mi lascia fare qualcosa è sempre gente molto ricca , perché i poveri non vengono da me , ma non vanno da nessuno , i poveri ricevono
quello
che il potere gli da come abitazione , come distacco dal centro delle città .
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Ero molto amico e sono molto amico di Frank Gehry , però non sono d' accordo con
quello
che fa ; in quel senso , se decidi che l' architettura è quello , lui è il massimo ; tra i giovani italiani poi c'è Pellegrini che è una persona seria .
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La stessa cosa mi è successa quando sono andato in India , ho voluto andare in India , perché mi sembrava che lì potevo trovare una conferma o dei corollari a
quello
che mi urgeva dentro .
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Ciò che emerge con chiarezza dagli esempi proposti è che , nel complesso , con sfumature notevoli e in tempi diversi , l' apertura della Chiesa all' architettura e all' arte contemporanea è avvenuta in tutte le aree culturali d' Europa , dal
quelle
di lingua tedesca ( Germania , Austria , Svizzera ) , ai Paesi latini ( Francia , Spagna , Portogallo ) ai paesi slavi ( Croazia , Polonia ) .
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Ha creduto al dialogo con la società e la cultura contemporanea e perciò , coerentemente , ha cercato di impostare la sua azione in dialogo con la comunità civile , con le sue rappresentanze politiche ( in un contesto non agevole e in tempi più difficili di
quelli
attuali ) , con i più riconosciuti rappresentanti dell' architettura contemporanea , italiana e non .
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A proposito dell' esperienza europea , che conosco meno rispetto a
quella
italiana , sono in grado di formulare una valutazione molto schematica .
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Si potrebbe ipotizzare che possa avere in qualche modo influenzato
quella
degli altri Paesi europei .
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Questa limitazione consentirà da una parte di mettere a confronto i casi europei e
quelli
italiani e , dall' altra di verificare l' evoluzione , i mutamenti e le innovazioni nelle condizioni ordinarie , non in casi particolari o del tutto speciali .
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Trascorsi alcuni anni e dissipate le nebbie di quel momento storico , ci rendiamo conto che
quelle
del cardinale Lercaro erano e rimangono intuizioni felici , da realizzare pazientemente nel lungo periodo .
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Trascorsi alcuni anni e dissipate le nebbie di
quel
momento storico , ci rendiamo conto che quelle del cardinale Lercaro erano e rimangono intuizioni felici , da realizzare pazientemente nel lungo periodo .
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Al di là dei risultati ottenuti queste scelte costituiscono anche l' eredità che il cardinale ha lasciato ,
quello
che possiamo considerare il suo mandato .
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Nel complesso la linea seguita è
quella
" media " ; è stata abbandonata la via del monumento urbano a favore di una presenza nell' ambito delle città e dei piccoli centri decisamente non trionfalista ; sono stati evitati gli eccessi tecnologici e formalisti ; dopo una breve sperimentazione è stata abbandonata la scelta dell' edificio multiuso ; viene esclusa la linea dell' anonimato .
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