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Le ragioni del giornalismo sono solitamente riassumibili
nel
presunto obbligo deontologico di dover pubblicare tutto il materiale in qualunque modo acquisito , allo scopo di rispettare quella sorta di patto etico stipulato con i lettori , che impone il disvelamento della realtà e della verità , ancor più dovuto quando sono coinvolte nei fatti persone di rilievo pubblico .
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È ben vero che lo stato delle attuali norme processuali , relative alla acquisizione agli atti delle sole conversazioni rilevanti
nel
processo penale , non può ritenersi adeguato rispetto alle esigenze della informazione , non essendo previsto un sicuro e rapido meccanismo di selezione e valutazione del vasto materiale delle intercettazioni .
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Quanto , invece , al versante della tutela della riservatezza dei dati personali , parecchie disposizioni sono rinvenibili
nel
testo del D.Lgs .
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L' obbiettivo ineludibile è , ovviamente , quello di trovare un punto di equilibrio tra il diritto di cronaca e il diritto di ogni individuo ad essere rispettato
nella
propria dignità , nella propria identità e nella propria intimità .
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In effetti , secondo i dati forniti da Eurispes , l' incremento delle intercettazioni negli ultimi 7 anni è stato notevole : se
nell'
anno 2001 i telefoni intercettati erano 32.000 circa , nel 2002 sono diventati 45.000 , nel 2003 quasi 78.000 , nel 2004 quasi 93.000 , nel 2005 oltre 107.000 , con un ulteriore incremento nell' ultimo biennio sino a giungere al numero di 112.623 nell' anno 2007. La spesa complessiva nel periodo 2001 / 2007 è stata di euro 1.600.000.000,00 e ha raggiunto la somma di euro 224.000.000,00 nel 2007 , pari a poco meno del 3 % del Bilancio del Ministero della Giustizia ( percentuale ben diversa dal 33,3 % erroneamente indicato dall' attuale Guardasigilli ) .
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L' effettivo adeguamento , da parte dei giornalisti , ai principi stabiliti
nel
Codice della Privacy e nel Codice Deontologico , ne rappresenterebbe il coronamento .
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Il Titolo I , nello stabilire quale principio generale che chiunque ha diritto alla protezione dei dati personali che lo riguardano ( art. 1 ) , prevede che il trattamento si svolga
nel
rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali , nonché della dignità dell' interessato , con particolare riferimento alla riservatezza , all' identità personale e al diritto alla protezione dei dati personali ( art. 2 ) , intendendosi come dato personale qualunque informazione relativa a persona fisica , persona giuridica , ente o associazione , identificati o identificabili , anche indirettamente , mediante riferimento a qualsiasi altra informazione ( art. 4 lett. b ) ivi compresi i dati giudiziari , anche solo rivelatori della qualità di imputato o di indagato ( art. 4 lett. e ) .
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L' accusa di abuso del diritto di informazione , di scandalismo e voyeurismo mediatico , da più parti sollevata , trova
nelle
predette vicende un qualche sicuro fondamento ed impone meditate ma non meno ferme riflessioni .
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Peraltro , con specifico riferimento alla pubblicazione delle intercettazioni telefoniche , con una precedente decisione datata 29.10.1997 il Garante ebbe a precisare : - che il giornalista ha il dovere di acquisire lecitamente i documenti relativi alla trascrizione di intercettazioni effettuate nel corso di una inchiesta giudiziaria e di utilizzarli
nel
rispetto delle finalità perseguite ; - che la diffusione di intercettazioni telefoniche deve tener conto dei limiti del diritto di cronaca posti a tutela della riservatezza anche quando il fatto rivesta un interesse pubblico ; - che la notizia ed il dato personale pubblicato senza il consenso dell' interessato deve rispettare il principio della essenzialità dell' informazione ; - che , pertanto , l' interessato ha diritto a che rimangano riservate quelle parti delle conversazioni intercettate che attengono a comportamenti strettamente personali non connessi alla vicenda giudiziaria o che possono riguardare la sfera della sua vita intima .
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