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Viene teorizzato e praticato
un
rifiuto radicale del linguaggio architettonico che ha costituito l' area geografica o la città nella quale si colloca il " nuovo " .
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Al proposito , concordo assolutamente con quanto diceva Bruno Zevi : " Per
un
architetto l' interpretazione personalizzata dei contenuti umani e delle funzioni edilizie costituisce una fase essenziale del lavoro creativo che , istantaneamente , si concreta in ipotesi formale , in un' immagine " .
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- incarnava pefettamente il concetto di
un
oggetto evolutivo e dinamico , che assume configurazioni spaziali ( dunque , formali ) diverse , ma il cui mutamento è direttamente influenzato dall' intervento dell' uomo che lo manipola .
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Personalmente , credo che tali critiche siano così deboli da non essere nemeno considerate , tanto anacronistico è oggi continuare a cercare
una
propria identità nazionale a tutti i costi , visto e considerato che l' architettura è sempre più indissolubilmente legata agli studi incrociati di architetti che operano in ogni parte del pianeta , il che è forse l' aspetto più evidente ed inevitabile dell' epoca che stiamo vivendo , pur non significando certo che l' architettura debba trovare , una volta ancora , un modus internazionale da ripetere in ogni dove .
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Sì , perché è questo il punto cruciale : capire la Rivoluzione Informatica è indispensabile per potere dibattere su Lynn e l' allegra compagnia , ove l' aggettivo " allegra " va inteso nel senso letterale del termine , ovvero di
un
approccio allo studio dell' architettura che si spoglia di gran parte dei problemi concettuali del passato , dibattuti allo sfinimento , senza ironia , senza la consapevolezza che il mondo va avanti e che il mondo è anche l' architettura , dunque ...
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; comunque sia , era l' interno di
una
cattedrale luminosissima ) , ovvero l' esempio più affascinante del concetto di " dilatazione spaziale " .
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artar01 |
Certo , uno " spazio " assolutamente contemporaneo , legato indissolubilmente alla Rivoluzione Informatica , ma con radici profonde e solide nel passato ( ma quanto è pertinente
un
tale aggettivo quando si parla di architettura in termini spaziali ?
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artar01 |
Greg Lynn , affiancando alle sue architetture anche la presentazione di
un
oggetto di design , è stato , indubbiamente , molto sottile ...
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Ovviamente , la critica ha l' obbligo , senza indugi , di assumere una posizione ben precisa , chiara , da cui potere partire per evidenziare pregi e difetti , sviluppi e punti di non ritorno di
una
qualsiasi ricerca .
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) di enfatizzare il più possibile la presentazione di
un
qualsiasi processo analitico sui contenuti dell' architettura .
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Il Decennale non è stata
un'
occasione mondana , ma di confronto : un messaggio che molte altre istituzioni dovrebbero recepire .
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I progetti che Lynn ci ha mostrato sono ancora legati ad
un
sistema costruttivo tradizionale e nulla sembra potere davvero dirsi " formalmente bloboidale " .
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artar01 |
Certo ,
uno
" spazio " assolutamente contemporaneo , legato indissolubilmente alla Rivoluzione Informatica , ma con radici profonde e solide nel passato ( ma quanto è pertinente un tale aggettivo quando si parla di architettura in termini spaziali ?
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Vittorio Savi durante la conferenza , sia necessario fare " attenzione a non confondere l' alba con il pieno giorno " , ma è altrettanto indubbio che l' alba c'è , e questo è già un gran passo in avanti rispetto la volontà di rendere attuabile
una
ricerca figlia della contemporaneità .
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Il risultato di questa interazione tra
un'
organizzazione generalizzata e flessibile e delle particolari costrizioni esterne è un procedimento di progettazione dai risultati indecidibili che dà libero spazio alle attitudini improvvisative del design .
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Lynn è , come tutti sappiamo ,
un
esponente di primo piano della Transarchitettura , su cui molto si è scritto , ma di cui molto poco si è visto realizzato .
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È indubbio che , come afferma Martin Schaedler , l' approccio generativo sia "
un
metodo che offre nuove possibilità progettuali e tecniche nel processo di concept e di realizzazione di architettura " , ma Lynn non trascura l' elemento primo che fa vivere l' architettura , ovvero l' utente .
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Vittorio Savi durante la conferenza , sia necessario fare " attenzione a non confondere l' alba con il pieno giorno " , ma è altrettanto indubbio che l' alba c'è , e questo è già
un
gran passo in avanti rispetto la volontà di rendere attuabile una ricerca figlia della contemporaneità .
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Personalmente , credo che tali critiche siano così deboli da non essere nemeno considerate , tanto anacronistico è oggi continuare a cercare una propria identità nazionale a tutti i costi , visto e considerato che l' architettura è sempre più indissolubilmente legata agli studi incrociati di architetti che operano in ogni parte del pianeta , il che è forse l' aspetto più evidente ed inevitabile dell' epoca che stiamo vivendo , pur non significando certo che l' architettura debba trovare ,
una
volta ancora , un modus internazionale da ripetere in ogni dove .
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artar01 |
Durante la proiezione del progetto sulla ricostruzione di Ground Zero è apparsa - per non più di un secondo , quasi che fosse
un
messaggio subliminale - l' immagine dell' interno di Santa Sofia a Costantinopoli ( almeno credo ...
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