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già dal raffinato Gadda , poi
Pasolini
sino a Sanguineti ( grande latinista e " dantista " ) nello scrivere si perdono , virgole , punti , pause , partiture ...
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Rileggendo in questi giorni L' Innocente di D' Annunzio , vi trovo un pensiero che sono tentato di applicare al Salò di
Pasolini
: " Ahimè , quante volte noi crediamo sentire la verità in una voce che mentisce !
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artci01 |
Penso alla verità dell' arte , ma anche alla trappola in cui può essere caduto il povero
Pasolini
e che può contenere , o non contenere , il film : così ambiguo , così sconcertante a chi non sappia troppo giocare con le parole , e apportatore per tutti di malessere profondo , sembrandomi il suo ultimo modo di usare l' immagine del male per condannarlo .
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artci01 |
Dopo aver visto Salò , l' ipotesi che
Pasolini
sia andato volontariamente in cerca di qualcuno che lo suicidasse in uno scenario sentito come luogo canonico della desolazione mi sembra rafforzarsi .
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artci01 |
Il suo film , voglio dire , avvalora il dubbio che negli ultimi mesi
Pasolini
non sapesse più guardarsi da quella forma di autodistruzione , di separazione dalla realtà , di fuga dalla storia , che si esprime da un lato nella frenetica predicazione di assetti sociali utopisticamente regrediti e dall' altro nell' anarchico rifiuto dell' idea di potere , tenuto esso stesso per trionfale espressione dell' anarchia .
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artci01 |
Doveva esserci una dissociazione tragica , risolta nel delirio letterario , in un
Pasolini
che mentre rimpiangeva " il tempo del pane " , tornando a contemplare il mondo qual è denunciava la vocazione dei suoi protagonisti subalterni , umili e casti , a essere con la loro passività complici delle aberrazioni dei potenti , sboccando così in un nichilismo nel quale forse si esprime l' impotenza di molta cultura contemporanea a reggere la difficoltà di vivere .
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artci01 |
Perché altrimenti
Pasolini
, col suo grande talento di artista , avrebbe scelto di ispirarsi , fra mille opere e mille esempi , a pagine della storia letteraria che per quanto possano essere interpretate come una rivolta metafisica non cessano perciò di restare un mito repellente , un rifiuto della ragione e dell' amore ?
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Pasolini
sapeva bene che l' immagine ha una concretezza sconosciuta alla parola , e che il simbolismo del marchese De Sade , una volta portato sullo schermo , non avrebbe potuto serbare la sua carica di scandalo intellettuale , ma prodotto un disagio fisico e morale in cui il fascino del male sarebbe stato maggiore del suo orrore .
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artci01 |
Se lo ha fatto , credo , è perché la nausea di sé , complice e vittima egli stesso del consumismo del sesso , lo induceva al più tetro " cupio dissolvi " che possa albergare in chi è costretto ad arrendersi dinanzi alla violenza corruttrice di quel potere che
Pasolini
considerava la negazione della storia e che invece è inerente alla sua stessa nozione .
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artci01 |
Che Salò sia fedele alle Centoventi giornate , e che quindi non si debbano attribuire alla fantasia di
Pasolini
le sue infamie , importa poco .
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artci01 |
Ciò che sgomenta è il ricatto di cui tutti siamo vittime dinanzi a un film sul quale è quasi impossibile esprimere un giudizio che in qualche modo prescinda dalla morte violenta del suo autore , e non lo correli alla provocazione , esplicitamente cercata , di un
Pasolini
prigioniero del proprio ruolo in una società che digerisce ogni scandalo .
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artci01 |
In qualsiasi potere , insisteva
Pasolini
, c'è qualcosa di belluino , che porta al possesso dei corpi , usati come oggetti .
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artci01 |
Mi chiedo questo : se la protesta non sia contro la perversione ma contro la vita stessa , se l' odio di sé non spingesse
Pasolini
a un supplizio autopunitivo in quel fango che a lungo era riuscito a intellettualizzare , aiutato dalle mode letterarie , ma del quale aveva misurato ( anche per il complesso di colpa creatogli dal successo del cinema decameronico ) l' irreparabile ribrezzo .
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artci01 |
Io non sono affatto sicuro che la ruffiana la quale si getta dalla finestra non sia il simbolo della coscienza di
Pasolini
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artci01 |
Lasciamo perdere l' immagine di Salò come asilo di pazzi , sebbene anche quella parentela fra il castello svizzero del Seicento in cui Sade aveva ambientato le fiabesche " Giornate " e la " Villa Triste " dei repubblichini confermi la sfiducia di
Pasolini
nell' analisi storica .
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artci01 |
È che gli spunti sarcastici del film , riassunti nelle barzellette idiote che i quattro signori ogni tanto si raccontano ma anche nell' irridente invito d' una ragazza a sopportare ogni ingiuria facendo un fioretto alla Madonna , sono annullati nello stupore che
Pasolini
, sotto l' apparenza di un occhio glaciale , prova nell' esibire le svolte del male .
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artci01 |
Il distacco di
Pasolini
dalla sua terrificante materia essendo intermittente , il film ha nel contempo la sacralità d' un mistero blasfemo , narrato come un sogno mentale di assoluta coerenza , e la bassezza del cinema osceno che dell' accumulo di immondizie fa , a seconda della tollerabilità dello spettatore , un elemento stilistico o un fattore di tedio umiliante .
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artci01 |
Salòè un film privo di gioia erotica , e per paradosso anche privo di volgarità , ma dove la luce dell' intelligenza di
Pasolini
è appannata da un' ideologia della sconfitta .
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artci01 |
Non saprei dar torto a chi , respingendo il ricatto d' una cultura che spesso si sposa allo snobismo , si dolesse di veder affidato a Salò il testamento di
Pasolini
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artci01 |
Forse
Pasolini
ha sperato che , avviato al suicidio universale , il nostro mondo traesse dal suo film il coraggio di buttarsi .
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