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Fatti un centinaio di passi fuori del parco ,
sul
risicato marciapiede di una strada ormai di periferia , mi attrasse dunque una piazza di medie dimensioni ch'era ritagliata in un palazzo a ferro di cavallo : una sorta di grande cortile aperto al pubblico , direi ; la sua forte illuminazione tuttavia non è che fosse bastante a farmi superare la paura che ormai sentivo nelle ossa , quanto la presenza di diverse insegne al neon delle quali volevo constatare il significato .
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Già il palazzo in cui risiedeva aveva un non so che di opprimente : tutto in cemento armato e vetro , era di forma cubica e ricoperto da graffiti , realizzati con vernice a spruzzo , sparsi un po' dovunque - persino , vidi salendo le strette scale ,
sui
muri interni e sui gradini .
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Insomma il ceffo mi allungò delle carte che sottoscrissi seduta stante e poi , togliendomi le manette , mi accompagnò all' uscita , abbandonandomi
sul
portone con un " In bocca al lupo ...
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Stamattina mi sono svegliato e l' avevo tutta chiara in mente : " Ho sognato " mi son detto ; poi ho guardato Nicola , il mio fedele bastardino che mi dorme sempre accanto
sul
suo pagliericcio , e ho visto che aveva tra le zampe bigie un manoscritto .
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L' occhio divenne un robusto bassotto
sulla
cinquantina dai capelli fulvi e senza occhiali .
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Il tizio taceva leccandosi le ferite che gli aveva procurato il cane
sulla
mano destra .
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A farla breve , ho notato che
sul
secondo scaffale dal basso della grande libreria - dove sta l' archivio manoscritti con le carte dei nostri antenati - qualche tomo e alcuni raccoglitori erano stati presi e rimessi in collocazioni sbagliate .
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La osservo meglio e noto che
sulla
facciata c'è una lunga scritta poco decifrabile da quella distanza ; presa la valigia sulle spalle me ne vado dunque senza salutare il vicesindaco .
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Qui si può attraversare la strada dovunque tranne che
sulle
strisce , 'un gliel'ha detto la mamma ?
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Fortunatamente ormai il sole era tramontato , dunque potevo almeno contare
sulla
protezione dell' oscurità , visto anche che quel giardino non aveva che rari e radi lampioni , distanti dal mio doloroso rifugio .
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Comunque l' uscio che dalla mia camera dà
sul
corridoio , e anche quello che dal corridoio immette alla biblioteca , erano entrambi aperti - niente di strano : come tu sai bene , vivo al primo piano della villa di famiglia solo con Nicola e a volte capita che , o io o lui , lasciamo le porte sfessurate .
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- E con fare rassegnato indica una palazzina forse settecentesca color giallo ocra che dà
sulla
piazzetta in cui stiamo .
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Già il palazzo in cui risiedeva aveva un non so che di opprimente : tutto in cemento armato e vetro , era di forma cubica e ricoperto da graffiti , realizzati con vernice a spruzzo , sparsi un po' dovunque - persino , vidi salendo le strette scale , sui muri interni e
sui
gradini .
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- e lascio capire che ero
sulle
zebre .
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Appoggia un fascicolo
sulla
scrivania del capo , poi se ne esce senza fiatare .
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creat03 |
Sento uno straniamento che come formicolio
sulle
piante dei piedi mi si manifesta , direi brutalmente .
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creat03 |
Nel sedersi dietro la massiccia scrivania in noce egli mosse lievemente la grassoccia mano destra verso di me , ad invitarmi
sulla
poltroncina secessione , in modo che potei ammirarne la serie di quattro anelli che parevano un arcobaleno di topazi , acquemarine , smeraldi e rubini .
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creat03 |
- mi interruppe entusiasta - Lotterai di sicuro contro le multinazionali e le leggi
sui
reati d' opinione , vero ?
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creat03 |
- E là
sulle
strisce pedonali , fesso , mi va proprio ad attraversare ?
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creat03 |
Dunque , ancora meditando
sullo
sbirrame letterato e i letterati cafoni , gli uomini che servono la tecnologia eccetera , entrai nel negozio stante a , chessò , dieci metri dall' uscita dell' Accademia .
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