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E fu pensiero gentile di non scordare , dovendo scrivere di Segantini , un altro scomparso
negli
ultimi tempi : Filippo Palizzi , poiché lui pure fu un forte la di cui arte fu sprone alle conquiste nuove .
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Il che però non tolse che una tale predisposizione non si riflettesse nell' opera sua ; al punto da provocare a tutta prima
negli
osservatori anche più intelligenti e meglio disposti un senso di disagio , a cui non tardava a succedere un' ammirazione convinta , un godimento più che semplicemente estetico .
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Ora io non so se quelle letture , pure in parte propizie , perché giovavano a sedare nel suo cervello la battaglia delle idee che nell' opera d' arte in corso di esecuzione non potevano tutte essere utilizzate ed espresse , non siano anche riuscite , insieme , dannose , e se meglio non gli avrebbe giovato quella felice ignoranza , che lo avrebbe lasciato immune da ogni influsso non naturale , e non lo avrebbe portato in quelle regioni dell' iperbole , ove , a chi lo avvicinò
negli
ultimi anni , egli parve considerare e sé stesso , e la funzione e la missione della sua vita , in un grado e in un modo che non erano più in rapporto diretto con la realtà della vita stessa e col vero suo compito nell' arte .
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Prendo nota di una tua espressione al riguardo del primo : " E
nei
suoi paesi , non un sasso , non una ruga di roccia possono essere spostati senza danno " .
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] e tutte quelle sfumature particolari che commuovono
nei
quadri passati .
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Mi sembra che si creda che tutto questo nuoccia all' abilità e alla impronta di abilità che si vuole ostentare
nei
quadri .
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Li pretendono e li stabiliscono
nei
punti dovuti .
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ove alla prima concezione , dal movente puramente estetico , tosto si accoppiava l' idea della lotta che l' opera avrebbe affrontato ; data la solitudine , epperò la generale , consuetudinaria esagerazione teoretica nell' esercizio del proprio io e delle proprie ragioni , è naturale che ai primi , e tanto più ai rinnovati successi , la coscienza della propria personalità andasse ampliandosi , con una quantità di nuovi elementi men naturali e meno assimilati , sicché si alterassero
nel
suo pensiero le proporzioni del vero intellettuale , mentre rimaneva meravigliosa la sua percettibilità del vero fisico .
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Ora io non so se quelle letture , pure in parte propizie , perché giovavano a sedare
nel
suo cervello la battaglia delle idee che nell' opera d' arte in corso di esecuzione non potevano tutte essere utilizzate ed espresse , non siano anche riuscite , insieme , dannose , e se meglio non gli avrebbe giovato quella felice ignoranza , che lo avrebbe lasciato immune da ogni influsso non naturale , e non lo avrebbe portato in quelle regioni dell' iperbole , ove , a chi lo avvicinò negli ultimi anni , egli parve considerare e sé stesso , e la funzione e la missione della sua vita , in un grado e in un modo che
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E quelle cime : abissi le separano da noi , eppure s'impongono , entrano
nel
dipinto con tutta la loro densità e con la tensione dura e sonora dei larici , delle genziane , dei ranuncoli , dei doronici e dei rododendri che abbiamo sotto i piedi .
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Pochi quadri moderni che esprimano modernamente (
nel
senso più assoluto ) il cadere d' una foglia , il volo d' un uccello , l' intimità d' un piccolo angolo vivente , [ ...
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Il dolore degli umili , che hanno come spettatori il ghiacciaio e il bosco , si spande e grandeggia
nel
deserto infinito .
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perché lo provo io
nel
mio piccolo ...
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U boccioni , dal Diario , 1° aprile 1908 Noi non siamo affatto fanatici ammiratori della pittura segantiniana , anzi sono molte le ragioni che ce la fanno apparire inaccettabile in tutte le sue parti , e quindi possiamo anche riconoscere giusti i rimproveri che al Segantini muoveva il Grubicy ; sia per quel che riguarda la poca sorveglianza ch'egli metteva
nel
suo lavoro , sia anche per quel miscuglio di bambineria e di epicità da cui tutta l' opera è pervasa .
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Aveva detto a se stesso che doveva conquistare ( la parola è storica e documentata sua ) quello che vedeva , e
nel
suo linguaggio d' uomo di forza e di parola , d' uomo solingo che , non perdendo tempo col prossimo , tempo non gli mancava , " conquistare " significava rendersi conto ostinatamente e meticolosamente della struttura di ogni forma , della qualità d' ogni colore , sondando e analizzando ogni elemento creato , anche un filo d' erba , nonché delle proporzioni degli equilibri delle simmetrie che formavano l' ossatura di quel pezzo d' universo e cui s'era posto di fronte ; e poi concretare la struttura d' ogni forma , la qualità d' ogni colore , l' ossatura
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E poiché la natura consiste anche
nel
suo eguale sopravvivere , nella sua stabilità e perpetuità contrapposte a tutto ciò che di noi trascorre continuamente e continuamente si cancella , la pittura di Segantini interpretò l' immobilità e l' immutabilità dei prati delle rupi dei cieli , l' eternità delle cose che ci sembrano eterne .
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È ancora da notare che i paesaggi grandi degli altri , a rifarsi dai più venerabili , vengono suddivisi e scanditi dalla varietà dei propri elementi , come l' affresco trecentesco della Vita agricola sotto il buon governo
nel
Palazzo di Siena , tutto a dossi colline colture alberi paesi e popolo che s'industria in cento modi ; o vengono scompartiti dalle figure o dalle altre masse che scompongono il paesaggio in tanti pezzi , sostituendo ai suoi ritmi e alle sue leggi gl'intervalli e i riscontri delle proprie situazioni contingenti ed intruse .
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Ma l' artista è ormai esaltato , in una regione , fisica e fantastica , di realtà e presenze elementari e immutabili , il sole , l' acqua , le rupi , sospesi in un perenne meriggio ,
nel
quale l' ombra a pie della figura scivola e sparisce come la serpe sotto il sasso , e gli aspetti della creazione brillano in una stupefatta lenticolare nitidezza .
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Meriggio , Vacche aggiogate ( 1888 ) , l' Aratura ( 1890 ) rappresentano così il Segantini essenziale ; prima che la visione gli sconfini
nel
panoramico , e che dalla natura , quasi troppo a lungo fissata , germogli e ramifichi , in un incubo cristallino , la negra araldica dei simboli , sull' abbagliante risalto delle nevi ; prima che l' austero trasporto d' affetti si affini in quel desolato struggimento che nelle ultime opere esala come un' ansietà mortuaria .
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Il che però non tolse che una tale predisposizione non si riflettesse
nell'
opera sua ; al punto da provocare a tutta prima negli osservatori anche più intelligenti e meglio disposti un senso di disagio , a cui non tardava a succedere un' ammirazione convinta , un godimento più che semplicemente estetico .
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