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L' idea di usare " molti Jack "
per
rendere visivamente la solitudine del personaggio è ottima , e soprattutto realizzata splendidamente a livello tecnico .
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I personaggi di contorno , principalmente pirati al soldo di questo o quel capitano , ma anche i soldati britannici , si giovano di un ottimo trucco e costumi , anche se sembrano meno incisivi rispetto ai capitoli precedenti ( un po' di delusione viene soprattutto dalle due figure comiche , Pintel e Ragetti , decisamente meno divertenti rispetto al passato ,
per
i già citati difetti nei dialoghi ) .
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Il problema principale sembra essere quello di volere a tutti i costi " superare " i film precedenti ,
per
l' ovvia esigenza di offrire qualcosa di nuovo - e ancora appetibile - al proprio pubblico .
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Per
fortuna le cose cambiano nel finale dove , al di là del puro spettacolo , la storia prende pieghe piacevolmente inaspettate .
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Io e Johnny amiamo spingere Jack Sparrow fino ai suoi limiti , ma siamo anche consapevoli che
per
mantenerlo imprevedibile sia necessaria un' oscillazione costante fra il drammatico e l' assurdo .
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Una menzione particolare merita infine il capitano Teague , interpretato da Keith Richards , chitarrista dei Rolling Stones nonché ispiratore di Johnny Depp
per
quanto riguarda la costruzione di Jack Sparrow ; e il film ne dà evidente testimonianza .
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Stessa cosa si può dire
per
la " prigione " di Jack , che offre lo spunto per una delle scene migliori : intrappolato nel deserto , il povero capitan Sparrow sta quasi perdendo la testa , su una nave incagliata in un mare di pietra bianchissima .
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Un' intenzione apprezzabile , ma che presenta più di una trappola nella quale anche il recente Spider-Man 3 è caduto almeno in parte : tale obiettivo , infatti , sfocia spesso in un aumento eccessivo degli elementi di interesse , nel caso specifico con numerosi inganni , tranelli , battaglie ed effetti speciali ; un' arma a doppio taglio , che in questo film genera qualche problema di comprensione della trama e una certa pesantezza nella parte centrale , con un' oretta buona in cui semplicemente si accumulano fatti e dialoghi - meno brillanti rispetto al passato - giusto
per
far numero .
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L' attesa era grande , dopo un secondo capitolo che probabilmente ha fatto la gioia dei più piccini , ma che aveva lasciato qualche perplessità ai più grandi
per
un impianto spettacolare di primordine , ma che purtroppo trovava scarso supporto in una sceneggiatura un po' ripetitiva e non all' altezza del capostipite .
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Un momento importante
per
le saghe , che nel capitolo terzo tendono sempre a trovare , se non proprio un compimento definitivo , quantomeno una quadratura del cerchio ; non fa accezione Pirati dei Caraibi - Ai confini del mondo : il film scioglie ogni dubbio sul futuro del Capitan Jack Sparrow , che nell' episodio precedente aveva avuto l' insana quanto epica idea di saltare nella bocca del gigantesco kraken .
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Da questo mondo già in qualche modo " estremo " , si parte
per
un viaggio lungo e periglioso che porta i nostri eroi , come suggerisce il titolo , ai confini del mondo .
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Tanta carne al fuoco Il terzo film non parte esattamente dove eravamo rimasti , ma vediamo i nostri eroi già immersi in pieno nella ricerca di Jack , come se i mesi che hanno separato le due pellicole siano quelli effettivamente usati dai personaggi
per
trovare il loro amico .
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Questo sembra avere una caratterizzazione visiva più onirica e astratta , spinto in questo dagli eventi della sceneggiatura ( l' ambientazione orientale è un' ottima scusa
per
la costruzione di atmosfere oscure e nebbiose , la classica quiete prima della tempesta ) .
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Il gruppo di pirati veleggia fra acque agitate , inganni e tradimenti , mentre si fanno strada fino a Singapore
per
affrontare l' astuto pirata cinese Sao Feng ; dopo essersi spinti oltre i confini della terra , dovranno scegliere la fazione dalla quale schierarsi , in una titanica battaglia finale dove non saranno in gioco solo le loro vite , ma anche il controllo dei mari e il futuro della libertà piratesca ...
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Visivamente ottimo ( non solo
per
la qualità degli effetti speciali , ma soprattutto per le idee alla base del loro utilizzo ) , lascia un po' a desiderare in certi passaggi dello sviluppo narrativo , che presenta luci e ombre , ma soprattutto nei dialoghi , che sembrano meno ispirati rispetto al passato ; un film , insomma , che piacerà a molti , specie ai giovanissimi , ma che non mancherà di generare anche qualche delusione .
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Visivamente ottimo ( non solo per la qualità degli effetti speciali , ma soprattutto
per
le idee alla base del loro utilizzo ) , lascia un po' a desiderare in certi passaggi dello sviluppo narrativo , che presenta luci e ombre , ma soprattutto nei dialoghi , che sembrano meno ispirati rispetto al passato ; un film , insomma , che piacerà a molti , specie ai giovanissimi , ma che non mancherà di generare anche qualche delusione .
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La confezione Passiamo invece alle note più liete , che poi sono le stesse de La maledizione del forziere fantasma : anche questo nuovo capitolo de I Pirati dei Caraibi è uno spettacolo
per
gli occhi .
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Stessa cosa si può dire per la " prigione " di Jack , che offre lo spunto
per
una delle scene migliori : intrappolato nel deserto , il povero capitan Sparrow sta quasi perdendo la testa , su una nave incagliata in un mare di pietra bianchissima .
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) Lo rivediamo nello scrigno di Davy Jones , a perdere tempo ( e sanità mentale ) in un deserto dove l' unica persona con cui può parlare è se stesso , e dove non c'è un solo alito di vento ( condanna suprema
per
chi è abituato a cavalcare le onde del mare a vele gonfie ) .
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Nel frattempo l' Olandese Volante - terrificante nave fantasma - e il suo capitano Davy Jones , sotto il controllo della Compagnia delle Indie Orientali , seminano il terrore
per
i Sette Mari .
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