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Nell' analizzare questo imminente naufragio e nel tentativo di rintracciare possibili , residue , vie di uscita , diventa sempre più difficile da rinviare un confronto-scontro con l' ingombrante generazione dei padri ( 2 ) , con coloro che da oltre 40 anni " occupano " il nostro paese e che , al di là di qualche rituale discorsetto
sulla
necessità di un rinnovamento generazionale , non sembrano avere nessuna intenzione di mollare la presa .
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È anche una questione di immaginario Nei discorsi pubblici e in quelli privati arriva sempre il momento in cui , da qualche esponente della generazione dei padri , perlopiù se messo alle strette
sulle
sue responsabilità , giunge la domanda : " Ma allora perché voi non vi ribellate ?
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" ha ormai il sapore antico dei nonni di una volta e , difficilmente , potrebbe essere stata pronunciata da un sessantasettenne di oggi , come quel Pier Luigi Celli , direttore generale della Luiss , una delle più prestigiose università private italiane , e autore di una " Lettera al figlio " pubblicata in prima pagina ,
sulla
Repubblica , il 29 novembre 2009 che suonava più del tipo : " Figlio , qui è tutto mio e non mi basterà nemmeno per molto , tu vai via , lascia l' Italia , vatti a cercare qualcosa lontano da me ...
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Immagini come quelle che scorrevano
sugli
schermi di tutta Italia a partire dal 9 ottobre 1980 : un padre ingombrante , cattivo , che per restare giovane e al comando ricorre a sofisticati interventi chirurgici e che , pur di non lasciare strada al figlio , è disposto a sfidarlo in un duello all' ultimo sangue e ad amputargli una mano .
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Una delle maggiori difficoltà nell' affrontare un discorso
sui
conflitti generazionali , infatti , è quella della definizione del confine esatto tra una generazione e l' altra .
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Anche se ,
sulle
reali intenzioni della sua lettera , qualcuno nutre ancora qualche sospetto .
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Un altro sessantenne che ha smarrito la nozione della sua età , che confessa di essere stato anche lui un " bamboccione " e che in diverse occasioni ha dichiarato che " i bamboccioni ci sono perché si danno garanzie solo ai padri , perché le università funzionano in un certo modo , perché i genitori si tengono i privilegi e scaricano i rischi
sui
figli .
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Il ministro è poi tornato
sull'
argomento ripetutamente , tradendo infine , dietro argomentazioni anche condivisibili per gli esponenti della generazione dei figli , le sue reali intenzioni : attaccare , da destra , la Cgil , propugnare un' idea del mercato del lavoro ancora più deregolamentata , cancellare l' articolo 18 e le altre garanzie previste dallo statuto dei lavoratori e , solo alla fine , autoassolversi per essere " arrivato a 30 anni che non ero capace di rifarmi il letto " .
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Dietro alle letture di Marcuse , alla ( ancora una volta fraintesa ) presa di coscienza marxista , al femminismo e , soprattutto , ai suoi slogan , non si possono non vedere anche i primi bagliori di una società consumistica , fortemente basata
sull'
egocentrismo e sulla superficialità ( 20 ) .
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Dietro alle letture di Marcuse , alla ( ancora una volta fraintesa ) presa di coscienza marxista , al femminismo e , soprattutto , ai suoi slogan , non si possono non vedere anche i primi bagliori di una società consumistica , fortemente basata sull' egocentrismo e
sulla
superficialità ( 20 ) .
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Sul
mercato del lavoro questo si è tradotto con il termine : precariato .
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Si è disinvestito
sull'
ingresso e sullo sviluppo della parte produttiva della popolazione per garantire risorse alla parte pensionabile o pensionata .
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Si è disinvestito sull' ingresso e
sullo
sviluppo della parte produttiva della popolazione per garantire risorse alla parte pensionabile o pensionata .
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Quella operata
sul
mercato del lavoro , per citare solo una delle distorsioni diventate strutturali , assomiglia ancora una volta a una razzia di risorse a favore delle generazioni al potere senza nessuna preoccupazione verso le successive .
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