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La collana la " Rivoluzione Informatica " della Testo&Immagine ( tradotta in Inglese da Birkhauser come " IT Revolution
in
Architecture " ) è infatti una base imprescindibile per chi si avvicina a questi temi .
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È chiaro che Ruzzon , parlando di " parte opposta " , desidera marcare il concetto che
in
architettura convivono due semi ( siamo ancora al dibattito sul classico ed anticlassico , schematicamente posto ...
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Strutturale perché è l' intera società che ruota attorno al valore delle informazioni , Culturale perché orientarsi in questo nuovo scenario è fondamentale , Formale perché le " procedure del pensiero " messe
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atto nell' informatica possono influenzare il nostro stesso modo di pensare alla forma " .
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Vittorio Savi durante la conferenza , sia necessario fare " attenzione a non confondere l' alba con il pieno giorno " , ma è altrettanto indubbio che l' alba c'è , e questo è già un gran passo
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avanti rispetto la volontà di rendere attuabile una ricerca figlia della contemporaneità .
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Attenzione : non " architettura dinamica " , ma " architettura dinamicamente generata " , il che sottintende una sostanziale differenza tra le due cose , che possiamo cogliere dalle sue stesse parole:"Lo sviluppo di questi progetti ( quelli della Transarchitettura , n.d.r. ) procede attraverso lo sviluppo di prototipi scelti
in
base alla loro flessibilità ed adattabilità .
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Comunque sia , il progetto per Ground Zero ,
in
collaborazione con United Architects , è la perfetta sintesi della linea di ricerca di Lynn : uso del " continuum fluttuante " ma derivato dall' interpretazione personalizzata dei contenuti umani , nel caso in questione fortissimi e assolutamente inalienabili .
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In
conclusione , possiamo davvero condannare chi studia e ricerca per il raggiungimento di nuovi orizzonti ?
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Un ruolo alquanto scomodo , poichè è sempre molto difficile evitare le trappole che lo studio e l' analisi di ricerche
in
corso comportano .
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Ho letto uno scritto di Davide Ruzzon ( vedi www.tarch.com )
in
cui si parla della questione sulla nuova architettura , e ne ho evidenziato una passaggio importante : " [ ...
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In
effetti , è molto più facile prendere atto del passato e studiarlo a posteriori che non il doversi confrontare con il presente , con i cambiamenti della contemporaneità .
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La collana la " Rivoluzione Informatica " della Testo&Immagine ( tradotta
in
Inglese da Birkhauser come " IT Revolution in Architecture " ) è infatti una base imprescindibile per chi si avvicina a questi temi .
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Al proposito , concordo assolutamente con quanto diceva Bruno Zevi : " Per un architetto l' interpretazione personalizzata dei contenuti umani e delle funzioni edilizie costituisce una fase essenziale del lavoro creativo che , istantaneamente , si concreta
in
ipotesi formale , in un' immagine " .
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In
Italia c'è molto fermento intorno alle nuove ricerche architettoniche , con maggiore attenzione da parte di quei critici e quelle riviste che stanno crescendo con la consapevolezza che la contemporaneità non può essere solo registrata , ma che va analizzata e studiata approfonditamente .
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Il lavoro iniziato sei anni fa ha subito puntato all' obiettivo di riportare
in
Italia l' attualità della ricerca architettonica internazionale , per l' appunto quella che affrontava i temi della nuova progettualità .
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Forse , il più è capire che non possiamo mai , ed
in
nessun caso , leggere l' architettura solo quale " forma " , e ciò vale soprattutto quando ci si inoltra nelle sperimentazioni contemporanee .
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Personalmente , credo che tali critiche siano così deboli da non essere nemeno considerate , tanto anacronistico è oggi continuare a cercare una propria identità nazionale a tutti i costi , visto e considerato che l' architettura è sempre più indissolubilmente legata agli studi incrociati di architetti che operano in ogni parte del pianeta , il che è forse l' aspetto più evidente ed inevitabile dell' epoca che stiamo vivendo , pur non significando certo che l' architettura debba trovare , una volta ancora , un modus internazionale da ripetere
in
ogni dove .
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Personalmente , credo che tali critiche siano così deboli da non essere nemeno considerate , tanto anacronistico è oggi continuare a cercare una propria identità nazionale a tutti i costi , visto e considerato che l' architettura è sempre più indissolubilmente legata agli studi incrociati di architetti che operano
in
ogni parte del pianeta , il che è forse l' aspetto più evidente ed inevitabile dell' epoca che stiamo vivendo , pur non significando certo che l' architettura debba trovare , una volta ancora , un modus internazionale da ripetere in ogni dove .
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Vengono costituite logiche compositive che si fondano su queste assunzioni nella convinzione dell' importanza fondamentale di dare l' annuncio dei tempi nuovi attraverso la forma dell' architettura , mediante nuovi sistemi di relazione nello spazio , metafore
in
opera che invitino a pensare quel futuro .
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Il dualismo è un fatto prettamente " costruito " dalla storiografia accademica , che non accetta di vivere
in
prima persona i terremoti culturali che stravolgono quelle certezze che sembravano solidissime .
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Non sappiamo ancora come , quando e se ci riuscirà , e se le sue architetture saranno davvero l' incarnazione di questo " nuovo sentire " , ma è indubbio che stia lavorando
in
questa direzione , e ciò ne legittima la ricerca .
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